21 - Enigma della città degli occhi piangenti

    Olio su tela 100x70cm aprile 2003

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 E’ un dipinto molto complesso che nasce da una grande delusione che ha fatto soffrire molto l’autore. Un anno prima della mia laurea in Medicina e Chirurgia, a casa si stava consumando un dramma: mio padre era diventato ormai cieco, e necessitava di un trapianto di cornea: era in lista d’attesa (quest’ultima resterà vana). Il mio sogno da allora in poi, è stato quello di poter diventare un domani un bravo oculista, ed avere la possibilità di ridare la vista ad un cieco: sarebbe stato molto bello. Purtroppo non riuscii ed entrare nella scuola di specializzazione dopo la laurea, per cui è stato un dispiacere non aver potuto coronare il mio sogno.

   Nel dipinto gli occhi che piangono (hanno preso il posto delle stelle, del sole e dei lampioni (fonte di luce), sono gli occhi dei miei pazienti che piangono non possono essere curati da me, ed in senso lato gli occhi di tutti i pazienti in attesa di trapianto di cornea. Le lacrime degli occhi sono di diverso colore, perché ognuno di noi piange con lacrime diverse, perché diverse sono le emozioni, i dolori. 

   Il dipinto è ambientato in una città del futuro, con tematiche ecologiste (vedi centrale nucleare), però si vede in lontananza un castello che potrebbe essere quello di Sanluri. Sotto a sinistra c’è un vassoio riempito di occhi pronto per il trapianto, che piangono aspettando occhi malati: anch’essi piangono, perché spesso molte di queste cornee (cornee dei donatori) non fanno in tempo ad essere trapiantate. Questa è la problematica del trapianto di cornea, troppi occhi aspettano il trapianto, ma pochi vengono sfruttati.

   Il camion è carico di occhi morti clinicamente, che saranno buttati al macero, per inidoneità al trapianto. Per terminare, non mancano due ciuffi di spaghetti con sugo di pomodoro e con pesto genovese,che sono l’unica cosa positiva del dipinto,quasi uno sfogo consolatorio dell’artista…sono io che voglio partecipare alla scena!

                                                                              Sergio Lai

 

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